In casi di Emergenze come Intervenire

Nel caso in cui si dovesse rendere necessario prestare soccorso ad un uccello ferito o traumatizzato a seguito di cadute e/o incidenti che possono verificarsi durante il trasporto per raggiungere il luogo in cui si svolge una esposizione e/o una mostra e/o più semplicemente mentre si svolgono le quotidiane attività di pulizia, sistemazione delle gabbie o altro, è necessario valutare tre aspetti:

• La presenza di emorragie in corso;
• Il soggetto ha perso una notevole quantità di sangue;
• Il soggetto è in stato di shock o di estrema agitazione/confusione.

Quando si ha la necessità di esaminare da vicino un soggetto ferito e/o che dimostra uno stato di sofferenza, è necessario “catturarlo” dalla gabbia in cui soggiorna. Per far ciò, è opportuno intervenire con la massima delicatezza e decisione, non sono infatti rari gli incidenti che aggravano lo stato di salute del soggetto da esaminare dovuti a cadute brusche, scuotimenti energetici delle ali contro sbarre e/o posatoi e altro ancora.
Per prevenire tutto ciò o quanto meno limitarlo, è opportuno coprire la gabbia con un telo (asciugamano o altro) prima di introdurci la mano tenendo, se si è in compagnia di un amico, un tono di voce basso e modulato;
Se non si dispone di un telo e/o di altro elemento idoneo per coprire la gabbia, si può oscurare la stanza in cui è alloggiato il soggetto da esaminare, chiudendo imposte e/o spegnendo un numero di lampade sufficienti fino ad ottenere una luce soffusa, usando comunque un approccio cauto ma deciso;

IN CASO DI EMORRAGIE

Gli uccelli hanno un quantitativo di sangue pari al 10% circa del loro peso corporeo. Anche una piccola emorragia se non prontamente tamponata, può costituire un grande rischio per la loro incolumità, (per un canarino perdere anche poche gocce di sangue, rappresenta una percentuale significativa sul volume ematico totale).
E’ opportuno sapere che,
• Il volume di sangue complessivo stimato in un uccello è pari a circa 6 – 12 ml/100g di peso corporeo;
• La maggior parte dei volatili è in grado di sopravvivere a una perdita di sangue fino al 10 – 30% del suo totale.

La perdita di sangue può essere dovuta ad:
• un evento traumatico;
• intossicazioni (ad esempio per assunzione di alcuni veleni per topi);
• gravi infiammazioni intestinali;
• deficienza di vitamina K;
• malattie epatiche;
• papillomi ed altre neoformazioni orali e/o cloacali;

In caso di emorragie interne, solo lo stato anemico dell’animale è indice della patologia in atto.
Per le emorragie esterne è importante arrestare la perdita di sangue attraverso:
• pressione digitale, premendo con un fazzoletto, ovatta, carta sterile, per alcuni minuti, sulla ferita.
Se ciò non fosse sufficiente ad arrestare la fuoriuscita del sangue, occorrerà tamponare la ferita con ovatta imbevuta di farmaci antiemorragici (ad es. Tranex o Botropase, solfato basico ferrino o nitrato d’argento).
Nel caso che il soggetto abbia perso molto sangue, si dovrà ricorrere alla somministrazione sottocutanea, con siringhe ed aghi normalmente usati per la somministrazione di insulina, in generose dosi di soluzioni reidratanti tiepide.
Una volta arrestata l’emorragia sarà opportuno procedere alla disinfezione della ferita/lesione, dopo aver asportato le piume dell’area circostante, con dell’acqua ossigenata, avendo cura di non staccare, con tale intervento, il coagulo appena formatosi.
Se si sospetta un disturbo dell’emostasi, è bene somministrare vitamina K in dose di 0,2 mg/100 g di peso. Konakon gcc, 4 gocce per beverino da 50 ml.

Nel caso in cui l’emorragia sia dovuta alla frattura/rottura di una penna è consigliato asportarla immediatamente e, successivamente, creatosi il coagulo (fermata la fuori uscita di sangue) procedere alla disinfezione come innanzi descritto.

Nel caso in cui fosse un unghia a sanguinare si potrà intervenire con:
• Farina, da applicare sull’unghia sanguinante, esercitando una leggera pressione;
• Compressione sull’unghia sanguinante, e/o applicando
• Collanti e/o eseguendo trattamenti a base di
• Solfato basico ferrico e/o intervenendo con
• Vitamina K

IN CASO DI “STRESS”
Nonostante gli uccelli, rispetto ai mammiferi, sopportino meglio il dolore, sono più sensibili a tutti quei fattori emozionali chiamati “stress emotivi”.
Non è raro che un pappagallino o un canarino “muoiano per paura” tra le mani del proprio allevatore. Quindi, l’approccio con questi animali, e/o prenderli tra le mani per il solo gusto di tenerli, si devono ridurre al minimo così come è bene evitare tutte quelle circostanze che possono provocare eccitazione e paura “stress emotivi”.

LO “STRESS TERMICO”
La temperatura può condizionare/incidere sulla salute degli uccelli. Sono quindi assolutamente da evitare, gli sbalzi termici improvvisi,
• L’eccesso di caldo
• Il troppo freddo
Le correnti d’aria sono un altro elemento particolarmente dannoso per la salute dei nostri animali. Per il loro benessere, la condizione ottimale, è avere una temperatura stazionaria (senza spifferi) compresa tra i 15°-17° gradi centigradi, con un range che può oscillare tra i 13° e i 20° centigradi.
E’ bene saper che gli uccelli sono animali a sangue caldo, con una temperatura corporea di circa 37°-38° gradi centigradi.
Un uccello si difende dal freddo, gonfiando le piume e alimentandosi abbondantemente, mentre difendersi dal caldo è più complicato perché la pelle degli uccelli è priva di ghiandole sudoripare.
Le principali ghiandole presenti negli uccelli sono,
1. Ghiandola uropigiale che secerne sostanza grassa e oleosa;
2. Ghiandole auricolari;
3. Ghiandole della regione cloacale;

COLPO DI CALORE
Se gli uccelli sono esposti ai raggi del sole in modo diretto, ovvero senza poter usufruire di alcuna zona d’ombra come protezione, con poca acqua a disposizione, è probabile che la temperatura corporea aumenti sensibilmente ed i meccanismi preposti alla termoregolazione, non siano in grado di abbassarla, smaltendo il calore accumulato.
Questi episodi possono maggiormente manifestarsi, se i soggetti,
• sono tenuti in ambienti caldo umidi con assenza di areazione e/o con insufficiente ricambio d’aria.
• nel caso di trasporto in contenitori poco ventilati, con giornate molto calde e assenza di ricambio d’aria.
Se utilizziamo la macchina per il trasporto degli uccelli, questa deve essere ben areata e comunque se il luogo da raggiungere richiede un viaggio che superi le due ore, è indispensabile programmare soste/fermate ad intervalli non inferiore ai quindici minuti, osservando poche e semplici ma vitali accorgimenti,
• aprire gli sportelli e vano cofano;
• sostituire l’acqua dei beverini;
• introdurre nelle gabbie/trasportino, uno spicchio di mela fresca che possa dissetarli e rinfrescali nel prosieguo del viaggio e comunque fino alla prossima sosta/fermata.

Sintomatologia dovuta al colpo di calore:
• respiro molto affannoso;
• ali tenute distanti dal corpo;
• collasso che può giungere molto rapidamente con pericolo di gravi danni cerebrali.

Terapia d’urgenza
• sottoporre il volatile a bagni ed impacchi con acqua fresca (in particolare alla testa).
• Porlo in una zona d’ombra/fresco dove sia presente una buona areazione/circolazione di aria fresca.

CRISI CONVULSIVE
Anche negli uccelli è possibile osservare convulsioni e crisi epilettiche conseguenti generalmente, a:
• traumi;
• intossicazioni;
• malattie infettive;

Il soggetto colpito e/o in preda a crisi convulsive, dovrebbe essere, nel minor tempo possibile, trasportato da un veterinario, ponendolo in una gabbia o scatola priva di accessori o di oggetti che possano procuragli ferite, foderandola con materiale morbido (spugna, gomma, asciugamani) onde prevenire/limitare traumi, ferite, che il soggetto può comunque auto-procurarsi durante le crisi.

Terapia d’urgenza
• Ridurre gli stimoli esterni al minimo;
• Porre la gabbia in un ambiente con scarsa illuminazione;
• Evitare i contatti con esseri umani e/o altri animali.

Terapia Farmacologica:
Diazepam (Valium) fiale da 10mg/2ml e/o gocce,
Posologia:
Uccelli di piccola taglia – 1 goccia al mattino e 1 a sera;
Uccelli di media taglia – 3 gocce al mattino e 3 a sera;
Uccelli di grande taglia – 7 gocce al mattino e 7 a sera;

Il diazepam consente/permette una soluzione momentanea delle crisi convulsive, in attesa che venga stabilita, da un veterinario, la causa che le scaturisce.

INSUFFICIENZA RESPIRATORIA ACUTA – LACERAZIONE DEI SACCHI AEREI
I sacchi aerei possono essere coinvolti direttamente o indirettamente dai sintomi di una patologia, ma in ogni caso bisogna tenere presente che la cura deve essere rapidissima e mirata, rispettando alcune, ma fondamentali, norme di igiene, quali:
• non collocare l’uccello in ambienti umidi;
• non esporlo durante il trasporto a correnti di aria e/o sbalzi di temperatura;

In alcune occasioni può capitare di trovarsi in presenza di uccelli gonfi come palloncini. Ciò accade soprattutto ai soggetti giovani.

TERAPIA:
I questo caso è necessario far uscire l’aria in eccesso, bucando la pelle con ago sterile nel punto dove risulta eccessivamente gonfia. Questo tipo d’intervento deve essere eseguita da medici veterinari e/o da esperti allevatori, in quanto è molto frequente forare un vaso con conseguente fuoriuscita di sangue.
Ad ogni modo si deve procedere nel seguente modo,
• applicare alcool sulla parte di cute distesa e priva di capillari, quindi perforare con delicatezza la cute con ago da siringa 20G, praticare al soggetto trattato, una copertura con antibiotici, ripetere l’aspirazione/fuoriuscita dell’aria, se necessario.

RIANIMAZIONE CARDIOPOLMONARE NEGLI UCCELLI
E’ una manovra che può effettuare solo un medico veterinario altrimenti destiniamo il soggetto a morte certa.
Il ritmo cardiaco negli uccelli è più elevato di quello dei mammiferi. Esso varia da un minimo di circa 400/500 ad un massimo, di circa 1000 battiti al minuto in particolari condizioni, ad esempio in caso di tempo estremamente freddo, spaventi, etc.

Terapia:
1. soffiare nelle narici del volatile mentre si tiene chiuso il becco;
2. procedere all’intubazione e iniziare la ventilazione forzata al ritmo di 1 atto respiratorio ogni 5 secondi;
3. somministrare doxapram per via endovenosa o intramuscolare;
4. se interviene un arresto cardiaco iniziare subito un rapido massaggio del cuore.

RESPIRAZIONE ARTIFICIALE
Si esegue una leggera pressione sul torace ogni 15-20” secondi, tenendo l’animale con il collo ben esteso il becco aperto come indicato in figura

FRATTURA DELL‘ALA
Per tutti quei tipi di fratture composte e/o in caso di semplici lussazioni, è opportuno procedere con la fissazione dell’ala al corpo del soggetto, da effettuare solo ed esclusivamente con cerotto in tessuto telato (leucoplasto), scartando sia i rimedi empirici della gessatura data dalla tradizione popolare (gessatura dell’ala fatta a base di uno spalmato con albume di uova, che una volta essiccato, tiene ferma la parte fratturata) sia da quelli avveniristici, dati dalla rete tubolare elastica in lastex perché trasformerebbe il volatile in un semplice insaccato, mettendo seriamente in pericolo, la sua vita.
Se il tipo di frattura lo consente, un semplice cerotto risolverà il problema evitando anche la mortificazione del malato.
L’applicazione del cerotto deve essere effettuata da due persone esperte nel manipolare gli uccelli dove:
• uno lo terrà in mano, con ferma delicatezza;
• l’altro farà aderire perfettamente il cerotto al corpo dell’animale nella sua normale posizione fisiologica.
Aderire perfettamente al corpo dell’animale, non vuol dire fasciare il soggetto tipo mummia, ma ottenere l’immobilizzazione di entrambe le ali passando il cerotto intorno al corpo del volatile, tale da impedirgli la possibilità di muovere gli arti superiori, ma consentendogli una libertà di movimento, tale da poter saltare da un posatoio all’altro. Questi ultimi è bene che siano numerosi e vicini, in tutto il periodo di guarigione, al fine di permetterli oltre all’attività motoria, la comoda autosufficienza nell’alimentazione quotidiana.

Constatata l’eventuale frattura, è opportuno intervenire bloccando l’arto interessato, in modo che la lesione non peggiori ulteriormente interessando altri tessuti.
Come primo soccorso è sufficiente:
• unire la parte terminale delle remiganti primarie di entrambe le ali con del nastro adesivo, in modo che l’ala sana “sostenga ” l’ala infortunata,
• quindi bloccare l’ala al corpo come mostrato in figura.
Le ali rotte o lussate vanno fermate chiudendole l’una sull’altra, seguendo il loro verso naturale, poggiando la punta dell’ala fratturata sulla punta dell’ala sana, eseguendo un giro di nastro adesivo.

N.B. il nastro adesivo deve essere rigorosamente del tipo “Carta Gommata” (scotch e cerotti strappano le piume al momento della rimozione).

Questo tipo di immobilizzazione deve essere tenuta per 15 giorni, tempo sufficiente alla formazione del callo osseo. Se tutto è stato eseguito in modo corretto, ovvero riponendo l’ala nella giusta posizione, la stessa tornerà quasi come prima.
Ovviamente nel periodo di degenza, bisognerà mettere il soggetto in una gabbia con beverino e mangiatoia poggiati in terra. Trascorsi 15 giorni si procederà a bagnare il cerotto con dell’acqua tiepida e delicatamente, rimuoverlo.

Nel caso di frattura scomposta, cioè con fuoriuscita di porzione di osso, il quadro clinico si complica notevolmente. A questo punto si rende necessaria la disinfezione con acqua ossigenata e richiedere l’intervento di personale specializzato. (Veterinario)

FRATTURA DELLA ZAMPA
Le fratture delle ossa delle zampe (tibiotarso e tarso-metatarso) sono, negli uccelli da gabbia, più frequenti delle fratture delle ali, contrariamente a quanto si riscontra negli uccelli selvatici.
Nel caso di rottura/frattura di una zampa, le ossa interessate hanno una maggiore tendenza a frammentarsi in più parti/sezioni nel punto in cui si è prodotto il trauma.
Per questa causa e per le oggettive difficoltà a realizzare una valida immobilizzazione, è opportuno rivolgersi ad un centro specializzato.
Per una perfetta guarigione della frattura di una zampa, e conseguentemente per una corretta diagnosi del tipo di frattura occorso, è necessario eseguire un esame radiografico al fine di individuare il trattamento di riduzione osseo, più adatto al caso.
Nelle more di condurre il volatile dal veterinario sarebbe opportuno immobilizzare al meglio l’arto fratturato, se si è certi che la manovra di immobilizzazione, non causi ulteriori danni. Resta comunque indispensabile porre il soggetto in una gabbia di piccole dimensioni e/o in un trasportino, in modo che siano limitati al minimo i movimenti dell’animale;
Gli accorgimenti innanzi illustrati possono essere applicati in caso di frattura del tibiotarso e tarso-metatarso di piccoli uccelli, ma non può essere utilizzata per le fratture del femore.
In ogni caso, affinché la frattura guarisca perfettamente senza effettuare la riduzione chirurgica della stessa, è fondamentale che i capi ossei siano perfettamente in asse, eseguendo una fasciatura dell‘arto come sotto riportato.

FRATTURA COMPOSTA SENZA “DISLOCAZIONE” (Spostamento, disassamento) DEI MONCONI
Riporre l’animale in un luogo tranquillo, isolarlo dagli altri soggetti e porlo al riparo dai rumori, luce eccessiva, e presenza dell’uomo.

FRATTURA CON UNA MODESTA DISLOCAZIONE (Spostamento, disassamento) OSSEA
E’ sufficiente ricorrere alla fasciatura dell’arto come illustrato nelle figure di seguito riportate.

FRATTURA SCOMPOSTA CON GRAVE DISLOCAZIONE (Spostamento, disassamento) DEI MONCONI.
Si rende necessario applicare all’animale una protezione esterna, ritagliando e modellando un pezzo di plastica sufficientemente rigido

Una frattura scomposta può causare la lacerazioni nei tessuti circostanti che, se degenerano, portano l’arto ad una infezione di cancrena, quindi è necessario la somministrazione di antibiotici.

OCCHI – LESIONI CORNEALI
In caso di trauma con lesioni corneali usare immediatamente pomate a base di:
• xantopterina (xantervit)
effettuando il trattamento per diversi giorni, secondo la gravità della lesione.
In questo caso è consigliabile anche un trattamento antibiotico.

DIGIUNO PROLUNGATO
L’intestino di tutti gli uccelli granivori è anatomicamente predisposto ad elaborare grandi quantità di cibo in quanto deve sopportare il transito e l’elaborazione di cibo pari al 25% del suo peso corporeo;
Un canarino di 18 grammi deve ingerire/mangiare 5 grammi di semi e 3 cc di acqua al giorno.

INALAZIONE DI FUMO
Quando gli uccelli sono esposti al gas di scarico delle automobili, per esempio nel caso in cui il nostro allevamento è posizionato nel box in cui parcheggiamo anche l’auto, a motore acceso, si sviluppa una grande quantità di fumo che svolge azione tossica nell’apparato respiratorio dei nostri uccelli, dovuta all’ossido di carbonio in esso contenuto. Quest’ultimo, legandosi all’emoglobina, impedisce al volatile la normale respirazione.
La tempestività d’intervento in questi casi è fondamentale, oltre che per la salute degli uccelli, a salvare loro la vita.
Il soggetto deve essere condotto immediatamente all’aria aperta e, nel caso ne avessimo la disponibilità, posto in una gabbia infermeria in cui è possibile introdurre ossigeno al fine di causare una iperventilazione nel sistema respiratorio dell’uccello.
Ciò nonostante è conveniente raggiungere subito il veterinario che provvederà anche ad esaminare, nel caso si rendesse necessario, lo stato di shock i cui potrebbe essere caduto l’animale.

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