Nozioni Alimentari

Questo scritto è composto da più articoli, di diversi autori. Esso non ha la pretesa di insegnare come alimentare i nostri uccelli. Vuole solo essere un promemoria, una guida, facilmente consultabile dove ricordare/conoscere le qualità organolettiche degli alimenti più comunemente utilizzati  nell’alimentazione quotidiana dei nostri volatili. Ritenendo che gli articoli si integrino tra loro, è stato da me compiuto il solo lavoro di accorparli.

Gli articoli che compongono questo scritto sono:

  • Informazioni di carattere generale sull’apporto nutritivo di alcuni alimenti;

Scritto da: Sig. Scalise Marco.

  • Regimi alimentari e Pigmentazioni del Piumaggio;

Scritto da: Geom. Mario Di Natale – Ornitologo – Giudice Nazionale FOI  per i Canarini di Colore

  • Alimentazione dei canarini a fattore rosso;

(Autore sconosciuto)

  • Il GRIT – nuovi studi e ricerche;

Scritto da: Dott. Gino Conzo – Medico Veterinario Club Italiano Allevatori Agapornis

 

Informazioni di carattere generale sull’apporto nutritivo di alcuni alimenti; Autore: Sig. Scalise Marco

L’articolo è suddiviso in sezioni così distribuite:

  1. 1.     semi;
  2. 2.     integratori;
  3. 3.     frutta e verdura;
  4. 4.     insetti;
  5. 5.     erbe prative;

Per ognuno degli alimenti innanzi elencati è presente una breve descrizione. E’ riportato anche un elenco di alcune delle vitamine più utilizzate, nel quale viene indicata la loro azione sull’organismo e gli eventuali problemi che potrebbero sorgere in caso di carenza e/o sovradosaggio, oltre, agli alimenti che le contengono in quantità significative. Tutto quanto leggerete è l’insieme di notizie reperite su internet e/o su libri specifici unite ad esperienze di allevatori.

Informazioni nutrizionali indicative, dei principali alimenti

utilizzati per l’integrazione dei pastoni

Tipo di alimento

Acqua %

Proteine %

Lipidi %

Carboidrati %

Fibra %

Ceneri %

Biscotto

8,5

10,5

4,3

73,8

1,1

1,8

Farina di Mais

12

10

4

70,5

2

1,5

Farina di Piselli

8,5

22

1,5

59

6

3

Pane Raffermo

10,5

0,7

86,7

0,5

1,6

Semolino

10

16

4

60

5

5

Sesamo

9

35

18

27

6

5

Yogurt

79

3,5

1,6

15,9

Informazioni nutrizionali indicative, dei principali semi

utilizzati per l’alimentazione degli uccelli

Tipo di alimento

Acqua %

Proteine %

Lipidi %

Carboidrati %

Fibra %

Ceneri %

Avena

9,6

15,6

6,1

64,3

2,2

2,2

Canapa

8

20

30

25

13

4

Girasole

5 – 10

20

32 – 45

23

10

5

Lino

9

22,1

33,5

24,8

6

4,6

Miglio

11

11

4

59

Niger

9

20

35

24

6,5

5,5

Panico

12,5

10,6

4,1

58,7

10,8

3,3

Pinoli

5

35

50

5

Ravizzone

8

8

37

21

9

6

Scagliola

12

14,4

5,2

54,4

7,4

6,6

Soia

10

33

17

29

4,5

4,5

SEMI

AVENA
 Seme farinaceo molto appetito con un alto contenuto di carboidrati (26%), proteine (15,6%), grassi (6,1%) e Sali minerali, quali: potassio, fosforo, magnesio, calcio, silicio, ferro e vitamine del gruppo B 1-2. E’ ben gradita dagli uccelli, grazie al suo alto valore nutritivo è importante nella dieta giornaliera, ma va somministrato in piccole dosi per la sua scarsa digeribilità. E’ molto vantaggioso usare l’avena decorticata nell’alimentazione invernale. Un dosaggio elevato può provocare obesità.

AZUCHI
 E’ un legume appartenente alla famiglia del fagiolo, ricco di protidi, numerosi aminoacidi essenziali, ferro, potassio, vitamine del gruppo B, proteine ed albumine. Questo seme, date le dimensioni e la durezza, è preferibile somministrarlo germogliato. La farina di soia, per il suo alto valore nutritivo, è ottima se miscelata al pastoncino.

CANAPA
 Seme oleoso altamente nutriente, ricco di vitamina E, vitamine del gruppo B, acidi grassi essenziali omega 3 e 6. I grani della pianta della canapa indiana contengono una proteina di prima qualità. Essendo un eccitante va somministrato in piccole dosi giornaliere. Ottimo nella fase di preparazione dei soggetti alla riproduzione e per il canto, utilizzato anche in fase di muta. Somministrazione non elevata in quanto questo seme è particolarmente riscaldante.

CARDO MARIANO
Seme dalla forma ovoidale, più stretti alla base e compressi ai lati. Di colore bruno scuro. Questi semi hanno proprietà protettrici, disintossicanti e curative del fegato. Contengono silimarina, una miscela di flavonolignani in grado di svolgere una interessante attività protettiva sul fegato. é dimostrato inoltre che la silimarina inibisce la produzione di lecotriene il che spiega il suo effetto antinfiammatorio e la sua azione antifibrotica.

CHIA
 E’ un seme molto piccolo, di colore grigio, chiazzato di scuro con vergature che ricordano alla lontana dei sassi marini, contiene almeno il 23% di acidi alfalinoleici che ne fanno il seme con il più alto tenore di acidi grassi omega 3 di tutto il regno vegetale. E’ un naturale equilibratore dei trigliceridi, prolunga la trasformazione dei carboidrati in zuccheri e protegge il tessuto intestinale da eventuali attacchi batterici. Inoltre è una fonte preziosa di proteine specifiche, dotate di una catena di aminoacidi perfetta; questo seme è molto ricco di minerali. E’ indicato per l’allevamento della prole e per tutta la fase di sviluppo dei novelli fino a muta ultimata, vanta anche forti proprietà idratanti in quanto può assorbire acqua o liquidi fino a 12 volte il suo peso.

COLZA
 Seme rotondo di colore marrone-nero, dal quale si estrae un olio utilizzato industrialmente. In Europa le principali coltivazioni si trovano in Franca e in Germania. Il seme contiene dal 20 al 40% di acidi grassi saturi. Troviamo in esso anche i glucosinolati, che danneggiano il fegato e provocano emorragie interne. Utilizzare il seme con estrema moderazione.

FONIOPADDY
 Questo seme cresce nelle piantagioni in Uganda, la caratteristica principale del Foniopaddy è quella di prevenire e curare la coccidiosi. Oltre che a migliorare le condizioni di salute degli uccelli, questo seme è in grado di migliorare la resa riproduttiva, evitando spiacevoli perdite di nidiacei dovuto a stati diarroici. La somministrazione consigliata è di una linguetta a soggetto, 2 volte a settimana.

GIRASOLE NERO
Seme ricco di lipidi, protidi, carboidrati, acidi grassi insaturi, vitamnie A, D, E, K; Ricco di rame, cobalto, ferro, manganese, zinco, in più sono una ricca fonte di proteine e fibre. Regolatore delle funzioni intestinali, combatte la cattiva digestione e la dissenteria. Per chi alleva fringillidi risulta eccezionalmente utile la fornitura di semi di girasole allo stato lattiginoso. Per chi volesse coltivare da se questo seme, la semina è consigliata a marzo.

GRANO SARACENO
Appartiene alla famiglia delle poligonacee ed è un seme ricco di proprietà nutritive bilanciate, minerali (Ferro, potassio, stagno, manganesio ed acido silicico), vitamina B, vitamina P ed una buona quantità di Vitamina E. Ha un valore nutritivo eccezionale, basti pensare che 100 grammi di semi contengono 365 calorie. Il contenuto di glucidi è del 70%, quello dei lipidi si aggira intorno al 3%. Presenti inoltre tracce di lisina, arginina e triptofano. Le proteine di questo seme sono paragonabili a quelle della soia e della carne. La soluzione migliore per la sua somministrazione è il seme germinato, fornito dopo abbondanti lavaggi.

LATTUGA BIANCA
Seme molto gradito dagli uccelli, ricco di oligoelementi, minerali, vitamine, curativo, stimola l’appetito e la digestione. E’ un ottimo rinfrescante.

LINO
Seme di forma ovoidale, di colore bruno-rossastro, tendente al ruggine. Contiene una grande quantità di acido grasso Omega3, essenziale per la crescita e la lucentezza del piumaggio. Favorisce la digestione grazie alle sue proprietà di formare il muco intestinale. Ha proprietà emolienti, lassative e diuretiche. Il lino ha anche un alto contenuto di Metionina, indispensabile per il buon sviluppo degli embrioni.

MIGLIO
 E’ un cereale che presenta interessanti caratteristiche nutrizionali, come l’avena, l’orzo e il farro è infatti considerato un “cerale integrale” in quanto il germoglio non viene tolto insieme al gluma. Le sue proprietà so tra le migliori in quanto abbonda di vitamine del gruppo A e B, proteine digeribili, acidi, carboidrati, minerali ma allo stesso tempo povero di grassi. In particolare è ricco di ferro, fosforo, potassio, magnesio e silicio. Alto è anche il contenuto di lecitina e colina, necessarie agli organismi debilitati o particolarmente stressati. Anche se nella maggior parte delle miscele per canarini questo seme non è presente se ne consiglia l’utilizzo in modo saltuario.

NIGER
 Il Niger si presenta come un chicco sottile e oblungo, con un’estremità più tonda e una più allungata. E’ di colore bruno-nero ed è privo di odori forti. E’ un seme oleoso molto nutriente è uno dei grani per uccelli ad avere il miglior rapporto calcio/forsforo; nella fascia dei semi oleosi è il più gradito in assoluto da quasi tutti gli uccelli. Presente in quasi tutte le miscele ad uso ornitologico ha un ruolo importante nella dieta giornaliera degli uccelli. Somministrato a parte in piccole dosi stimola la riproduzione e il canto. Indicato come seme base per un misto da germinare.

PANICO
 Seme farinaceo ricchissimo di carboidrati (quasi 60%) ma poverissimo di grassi (4%) con percentuale di proteine del 11%, è facilmente digeribile e molto appetito. Utile nella delicata fase di crescita dei novelli. Somministrato in spighe risulta essere anche un ottimo anti-stress.

PERILLA
 Il seme di perilla è di forma rotondeggiante, di colore generalmente chiaro. Ricco di oli essenziali e molti acidi grassi poliinsaturi, in particolare acido alfa-linolenico (precursore degli acidi grassi della serie omega-6). Ricco di protidi, lipidi, fibra e ceneri. Il seme, sostituito al niger, può evitare molti problemi a carico dell’apparato intestinale. Non esagerare nel dosaggio perché è un seme altamente ingrassante.

RAVIZZONE
 Seme oleoso, di forma sferica, simile a quello di colza ma più piccolo. Ha una significativa presenza di proteine, ma essendo particolarmente ricco di grassi va usato con parsimonia. Ha un gusto dolce. Si consiglia di usare i semi germinati. Nel periodo della muta del piumaggio se ne sconsiglia la somministrazione in quanto potrebbe provocare dorature del piumaggio.

SCAGLIOLA
 Componente principale della maggior parte delle miscele per uccelli. Appartiene alla famiglia delle graminacee. Seme ricco di carboidrati (55%) e povero di grassi (5,2%). Ha inoltre significative quantità di proteine grezze (13%), di lipidi (6%) di acqua (15%) e di fibra (6%). Si consiglia la qualità canadese, corta e piena, meglio appetita. Come segno evidente di buona qualità deve presentarsi lucida e senza polvere.

INTEGRATORI

CARBONE VEGETALE
Il Carbone vegetale ha molteplici proprietà, è un coadiuvante tradizionale per coliti, fermentazioni intestinali e gastriti. Le minuscole particelle trattengono tra di loro l’aria che si sviluppa a livello gastrico e a livello intestinale (fermentazioni anomale dei cibi). Ha la proprietà di assorbire sia i gas del tratto gastroenterico che l’eccesso di acidità gastrica allevia il bruciore gastrico e stimola la digestione. Una controindicazione da non sottovalutare è la capacità del carbone vegetale di inibire l’assorbimento da parte dell’organismo di sostanze nutritive e vitamine. Se ne sconsiglia pertanto l’utilizzo per periodi prolungati o in concomitanza di trattamenti antibiotici o vitaminici.

CASEINA
Contiene oltre il 20% di glutammina ed è ricca di tirosina e contiene molto lattosio e sodio. La caseina rilascia lentamente aminoacidi nelle stomaco, rendendola una delle migliori proteine anticataboliche e causa un progressivo e duraturo innalzamento del livello di amminoacidi nel sangue. Attestata l’altissima percentuale di proteine (A volte vicine al 90%) se ne consiglia un utilizzo parsimonioso ad integrazione del comune pastoncino.

GERME DI GRANO
Contiene Vitamine del gruppo B, Vitamine del gruppo E, minerali (fosforo, magnesio), grassi, aminoacidi, acidi grassi insaturi, sostanze fitoattive ed presenta un buon profilo proteico. Per la somministrazione si consiglia di aggiungerlo al pastoncino principalmente nel periodo di preparazione dei riproduttori. Non eccedere nell’uso in quanto, contenendo emoaglutinina, risulta essere poco digeribile. La dose consigliata è del 5%. Si raccomanda la preparazione del pastoncino integrato con germe di grano limitatamente alla quantità consumabile in un giorno poiché il germe di grano irrancidisce velocemente.

GRIT SOLUBILE
Composto da carbonato di calcio, viene assorbito dall’apparato digerente dell’uccello e costituisce un’importante fonte di calcio, soprattutto in quei particolari periodi di stress fisiologico, come ad esempio il periodo della deposizione. Il grit solubile è composto da gusci d’ostrica tritati.

Grit insolubile: composto da silicati, non viene assorbito dall’apparato digerente dell’uccello e pertanto permane nell’organismo svolgendo la funzione di “macina” all’interno del ventricolo, facilitando così la digestione.

LIEVITO DI BIRRA
Il lievito di birra è costituito da colonie di “Saccharomices cerevisiae”, funghi microscopici unicellulari, capaci di moltiplicarsi rapidamente, e si ottiene attraverso un processo di fermentazione. Il lievito di birra ha un notevole valore nutritivo in quanto è ricco di proteine, aminoacidi essenziali, minerali e costituisce la più completa fonte di vitamine del gruppo B, rapidamente assimilabili e molto utili al nostro organismo. Aiuta il rafforzamento delle difese immunitarie e contribuisce al benessere della flora batterica intestinale. Unire al pastoncino in rapporto del 5/6%.

OLIO DI FEGATO DI MERLUZZO
L’olio di Fegato di Merluzzo si ricava da alcune specie di Gadus che si trovano nei Mari del Nord, contiene naturalmente Vitamina A, Vitamina D, Omega 3, acidi grassi polinsaturi, oligoelementi, fosforo, iodio, sodio, vanadio, zolfo, Vitamina K. E’ benefico per l’accrescimento corporeo, la vista, rallenda l’invecchiamento cellulare, e limita i danni da radicali liberi. Inoltre aiuta la fissazione di calcio nelle ossa, aiuta il sistema cardio circolatorio, coadiuvante nell’artrosi, nelle forme infiammatorie e dolorose, sembra che gli Omega 3 possano essere utili nella tosse, nel respiro affannoso, nell’asma , è utile nella mancanza di appetito, nella osteoporosi. Ha anche una azione immunostimolante. L’olio di fegato di merluzzo è utile nell’osteoartrite, perchè sembra che rallenti la degenerazione delle cartilagini e riduca il processo infiammatorio. Sembra sia utile anche per le allergie e le otiti, favorisce la funzionalità cerebrale, è un buon supporto nelle forme di stress e nei disordini comportamentali.

OSSO DI SEPPIA
L’osso di seppia deve essere sempre a disposizione, appeso alla gabbia. Oltre ad un notevole apporto di calcio solubile, ha fondamentale importanza per la “manutenzione” del becco. Funziona anche da anti stress. Oltre che nei negozi specializzati lo si può reperire lungo le spiagge o in pescheria. Negli ultimi due casi se ne raccomanda la bollitura.

SPIRULINA
La Spirulina è un’alga microscopica pluricellulare di acqua dolce originaria dell’America centrale di colore azzurro-verde ed appartiene alla famiglia delle Oscillatoriacee. Le sue caratteristiche principali sono la ricchezza in proteine, vitamine, aminoacidi e sali minerali. Contiene aminoacidi essenziali: isoleucina, leucina, lisina, metionina, fenilalanina, treonina, valina, triptofano; Aminoacidi non essenziali: alanina, arginina, acido aspartico, cistina, acido glutammico, glicina, istidina, prolina, serina, tirosina. Per quanto riguarda il contenuto in vitamine, la quota più rappresentativa è rappresentata dalle Vitamine del gruppo B ed il particolar modo dalla Vitamina B12, che insieme all’Acido folico ed all’alto contenuto in ferro rendono la Spirulina un ottimo supporto in tutti i casi di anemia o carenza di tali fattori. Non mancano tra i componenti le altre vitamine tra le quali la Vitamina A, la Vitamina E, la Tiamina, la Riboflavina, la Piridossina e l’acido nicotinico. In oltre numerosi sono i minerali presenti quali calcio, magnesio, fosforo, ferro, sodio, potassio, manganese, zinco, selenio, cromo e cobalto.
In media l’alga spirulina contiene il 55-60% di proteine, il 3-4% di grassi ed il 13-15% di zuccheri. La Spirulina è utilizzata negli stati di affaticamento, astenia, durante le convalescenze, come energizzante e, vista la ricchezza in proteine, è un ottimo integratore alimentare. Inoltre, la presenza di fitonutrienti naturali quali la clorofilla, i polisaccaridi e la ficocianina, della quale è l’unica fonte naturale, rendono la Spirulina un prodotto che trova applicazione come disintossicante. Grazie alla presenza di elevate quantità di Vitamina B12, ferro ed Acido folico è consigliata in tutti i casi in cui siano carenti tali fattori. L’associazione di Acido folico e Vitamina B12 contribuisce alla normalizzazione dell’emopoiesi per cui ne è utile l’impiego in tutte le forme di anemia. L’Acido folico oltre a promuovere la formazione e maturazione dei globuli rossi provvede al buon funzionamento del sistema nervoso e dell’apparato riproduttivo. Vari studi hanno dimostrato che la Spirulina ha un notevole effetto sul sistema immunitario, determinando un aumento delle difese dell’organismo ed una azione antivirale. Stimola la formazione di lactobacillus il quale preserva la flora intestinale e facilita l’assorbimento della vitamina B1. Va miscelata nella quantità di 5 -10 g per 1 kg di pastoncino.

UOVO
 Le uova sono ricche di proteine, di vitamina A, B e D, di sali minerali come il fosforo, il calcio, il ferro e lo zolfo. Le proteine dell’uovo sono considerate ottime perchè hanno un elevatissimo valore biologico. Per il mantenimento di detti principi nutritivi, è molto importante la modalità di conservazione delle uova che, se tenute in frigorifero, posso conservarsi per diverse settimane. Il guscio è composto prevalentemente da carbonato di calcio. L’albume rappresenta il 60% del peso dell’uovo ed è di aspetto gelatinosa e trasparente. Il tuorlo è avvolto da una membrana, chiamata vitellina, e fissato al centro dell’uovo mediante due cordoncini (calaze) che a loro volta si uniscono alla membrana testacea, in prossimità della camera d’aria al polo opposto. Per la somministrazione si può optare per la bollitura o la preparazione di una frittatina.

FRUTTA E VERDURA

CAROTA
Pianta appartenente alla famiglia delle Ombrellifere. Per individuare i suoi pregi è sufficiente una riflessione sulla sua composizione: enorme abbondanza di provitamina A, il carotene appunto e di vitamine B1, B2 e C; zuccheri direttamente assimilabili, sali minerali in grande varietà,asparagina e daucina (proprietà diuretiche), pecrina (proprietà astringenti). Il modo corretto di fornirla agli uccelli è completa di buccia (che è la marte più ricca di proprietà); basterà lavarla e asciugarla bene. Ovviamente la presenza di beta-carotene induce la doratura del piumaggio dei soggetti a fattore giallo.

CETRIOLO
Il cetriolo è una ricca fonte di acido tartarico, una sostanza che impedisce ai carboidrati immessi nel nostro corpo di trasformarsi in grassi. Povero di calorie e ricco d’acqua, il cetriolo è ritenuto particolarmente rinfrescante e depurativo ed è in grado di aiutare i reni ad eliminare liquidi e tossine, migliorano così l’attività del fegato e del pancreas. Contiene inoltre provitamina A, vitamine del gruppo B, vitamina C ed è ricco di potassio, ferro, calcio, iodio e manganese. Utilissimo nel periodo della muta del piumaggio.

INSALATA
La lattuga è ricca di betacarotene (precursore della vitamina A), pectine, lactucina e moltissime vitamine (A, E, C, B1, B2 e B3). Contiene minerali quali: calcio, magnesio, potassio e sodio. Contiene una buona concentrazione di ferro utile per chi soffre di anemia. E’ ricchissima di fibre; insostituibile per chi ha problemi di transito intestinale e stitichezza. Da fornire con parsimonia, ben lavata e soprattutto asciutta.

MELA
L’85% circa del peso della mela è costituto dall’acqua, mentre dal 9% al 12% è costituita da zuccheri che, per le loro caratteristiche chimiche, non hanno controindicazioni. Sono poi presenti vitamine molto importanti, come la vitamina A, B1, B2, C e PP, acidi organici, sali minerali e oligoelementi come calcio, cloro, ferro, rame, magnesio, zolfo, potassio, fosforo. Infine troviamo la pectina che contribuisce ad abbassare il tasso di colesterolo nel sangue.

MELANZANA
Nella melanzana è presente un alto contenuto di potassio, e in quantità inferiori sono presenti calcio e fosforo. Esse contengono molte fibre, come del resto tutti i vegetali, quindi ne è indicato l’utilizzo in presenza di problemi come la stipsi; ha poche calorie e un basso contenuto di proteine, grassi e zuccheri; la melanzana contiene inoltre vitamina A, B, C e acido folico; il consumo di melanzane costante svolge anche azioni depurative e lassative, stimolando l’ attività del fegato e dell’ intestino.

MORA
La mora è il frutto del Rubus Ulmifolius, conosciuto anche come rovo. La pianta (foglie e frutti) vanta proprietà astringenti, aromatizzanti, coloranti e antinfiammatorie. I frutti contengono una gran quantità di vitamine e zuccheri, ragion per cui sono ritenuti particolarmente nutrienti. Le foglie, assunte sottoforma di decotto, risultano particolarmente efficaci come astringenti. Il frutto ha blande proprietà pigmentanti.

PYRACANTHA
La Pyracantha può raggiungere i 4-5 m. di altezza. E’ un arbusto molto folto, con rami spinosi che si allungano in tutte le direzioni, allontanandosi tanto più gli uni dagli altri quanto più sono lontani dal loro punto d’inserzione. Le foglie sono persistenti, piccole lanceolate e di colore verde intenso. I fiori sono piccoli, bianchi, e compaiono in maggio-giugno. I frutti sono tondeggianti, delle dimensioni di un pisello, lucidi, di colore rosso vivo o arancio. È possibile coltivarlo in vaso.

ROSA CANINA
I piccoli frutti della Rosa Canina risultano essere le “sorgenti naturali” più concentrate in Vitamina C, presente in quantità fino a 50-100 volte superiore rispetto agli agrumi e per questo in grado di contribuire al rafforzamento delle difese naturali dell’organismo. I Bioflavonoidi presenti, nelle polpa e nella buccia della rosa canina, esercitano un’azione sinergica alla Vitamina C, favorendone l’assorbimento da parte dell’organismo. La Rosa Canina è ricca anche di Tannini, pectine, carotenoidi, acidi organici, polifenoli e bioflavonoidi. Ha proprietà antiinfiammatorie, ottimizza la circolazione del sangue, è anitallergenica (essendo di stimolo alle difese immunitarie a livello respiratorio), diuretica e astringente.

ZUCCHINA
La zucchina (nome botanico Cucurbita pepo L.) è una specie della famiglia delle Cucurbitaceae appartenenti all’ordine delle Cucurbitales. Le zucchine sono buone fonti di potassio, sodio, ferro, calcio, fosforo, manganese, zolfo e cloro e altrettanto preziose vitamine (vitamina B2, E, PP, A, e, in misura molto modesta, vitamina C), di luteina e zeaxantina (due carotenoidi). Ricchissima in acqua (circa 93 grammi su 100 di peso complessivo), è caratterizzata dalla quasi totale assenza di calorie, e da una bassissima presenza di amidi (addirittura l’1% del suo peso). Si tratta di un ortaggio altamente digeribile. Le zucchine svolgono nell’organismo una potente azione diuretica e depurativa, con un discreto effetto lassativo.

INSETTI

AFIDI
Gli afidi attaccano moltissime varietà di vegetali. Sono molto visibili sui rami, ed in special modo sui germogli apicali e sui boccioli delle rosa (se non trattate con insetticidi), si trovano normalmente agli apici dei rami dove ci sono i germogli più teneri, l’apparato boccale degli afidi è del tipo succhiante (come le zanzare) e riescono a perforare i germogli più teneri ed a succhiarne la linfa. Tutti gli afidi (Ad eccezione di quelli neri) sono ottimi da somministrare ai volatili, per le problematiche legate alla volatilità degli insetti ed alla diversa resa in termini proteici occorre raccogliere le forme attere, cioè gli afidi senza ali. Si possono servire prelevando la pianta, il ramo o il bocciolo dove sono attaccati ed inserendoli all’interno delle gabbie. Gli afidi solo l’alimento vivo più digeribile e quindi ricercato da quasi tutte le specie di volatili.

BIGATTINO – CAMOLA
La Galleria mellonella, nota come camola del miele, è un lepidottero infestante degli alveari. La larva matura raggiunge i 3 cm. mentre la larva neonata ha dimensioni minime, di colore grigio brunastra o grigio giallastro più chiara al ventre, con capo e scuto protoracico castano rossastri, le pseudo-zampe anali della larva neonata età più sviluppate delle altre. La Crisalide di colore rosso mattone. Adulto di colore grigio topo con le ali anteriori dello stesso colore (al centro di ciascuna ala sussiste un’area sbiadita con macchiette bruno rossastre) e con il margine distale incavato, soprattutto nel maschio, che presenta, un’area dilatata alla base della costa (visibile alla faccia inferiore). Ali posteriori bruno-grigiastre. Il valore nutrizionale di una camola allo stato pre-imbozzamento è elevatissimo, i valori medi riscontrabili sono all’incirca: 70% di proteine, 16% di grassi, 10% di acqua e 4% di scoria indigeribile ed altamente assimilabile.

TARMA
Questi insetti costituiscono un supporto di proteine animali ideale per gli uccelli. Hanno elevatissima consistenza di proteine, vitamine e aminoacidi e dovrebbero essere sempre presenti nella dieta giornaliera, soprattutto durante il periodo riproduttivo e della muta. La somministrazione degli insetti stimola, inoltre, l’imbeccata ai giovani e migliora la vitalità e l’accrescimento degli stessi. Sono facili da (reperire in quanto utilizzati come esche) che da allevare.

VITAMINE

VITAMINA A 
La Vitamina A ha il compito di aumentare le difese a livello cutaneo e delle membrane mucose soprattutto dei polmoni, del’intestino e degli occhi. Contribuisce alla sintesi delle proteine. all’accrescimento di nuove cellule, alla formazione dei pigmenti visivi e all’aumento della resistenza alle infezioni. E’ responsabile dei processi di accrescimento e differenziazione cellulare e agisce in sinergia con le vitamine del complesso B, alla vitamina E, al calcio e al fosforo. E’ presente nell’Olio di fegato di merluzzo, nei broccoli, nel latte intero, nel tuorlo d’uovo, nelle carote, negli spinaci, nelle zucchine e nella maggior parte dei vegetali a foglia verde. Una sua carenza può provocare stati di affaticamento.

VITAMINA B1 
La Vitamina B1 favorisce la trasformazione del cibo in energia e aiuta l’organismo a sfruttare l’energia stessa. E’ indispensabile per i processi digestivi e stimola le attività del cuore, dei muscoli e dell’apparato digerente. E’ presente nei legumi, nelle noci, nella crusca, nel latte, nel tuorlo d’uovo, nel lievito di birra, nelle germe di grano, nei semi di soia, nel granturco, e nella verdura fresca. Una sua carenza può provocare stati di affaticamento, insufficienza cardiocircolatoria e crampi muscolari.

VITAMINA B2 
La Vitamina B2 svolge funzioni biologiche essenziali nelle ossidazioni cellulari e nella metabolizzazione dei grassi e delle proteine. E’ presente nel latte, nei cereali nelle germe di grano, nel lievito di birra, nei pinoli, nelle uova, nei legumi, nei vegetali verdi e frutta in genere. Una sua carenza può causare lesioni oculari e delle mucose, dermatiti e problemi nella crescita.

VITAMINA B3 
La Vitamina B3 interviene nel metabolismo energetico dei glicidi e delle proteine, interviene nella sintesi degli ormoni sessuali. Salvaguardia il buon funzionamento del sistema nervoso e dell’apparato digerente, mantiene la pelle in salute e la pressione arteriosa bassa. E’ presente negli arachidi, nei datteri e nel latte. In dosi minori nel lievito di birra, crusca, germe di grano, pane integrale e granturco. Una sua carenza può provocare i classici sintomi dei dermatite e diarrea, si manifesta con alterazioni a livello della cute, delle mucose, delle pareti gastrointestinali. Dei dosaggi elevati posso causare danni al fegato, artriti, dermatiti, danni epatici e ipotensione.

VITAMINA B5 
La Vitamina B5 svolge un importante ruolo nel metabolismo energetico, contribuisce a potenziare la consistenza della pelle e delle mucose, aumenta la resistenza alle infezioni. Ha un notevole ruolo nella costituzione del coenzima A che partecipa al metabolismo energetico degli acidi grassi. Regola la normale funzione delle ghiandole surrenali. Importante per il ricambio cellulare, aiuta la cicatrizzazione delle ferite, piaghe, ustioni, previene la stanchezza, combatte gli effetti tossici degli antibiotici. E’ presente nel tuorlo d’uovo, nei cereali integrali, nel lievito di birra, nella pappa reale, nei pinoli, nel latte di mucca e derivati,nel cavoli, nei pomodori, nel miele, nei piselli, nei legumi e nel frumento.

VITAMINA B6 
La Vitamina B6 interviene nella produzione di ormoni (adrenalina e insulina), partecipa alla produzione di aminoacidi, aumenta la resistenza alla stress, partecipa alla produzione di globuli rossi, importante per il buon funzionamento del sistema nervoso, immunitario e dell’apparato digerente, nella crescita e riproduzione cellulare. Agisce in sinergia con il magnesio. E’ presente nel latte, nelle uova, nei semi di girasole, nel lievito di birra, nelle germe di grano, nella soia, nel granturco, nel cavolfiore, negli spinaci, nelle mele nelle pere e nei pinoli. Una sua carenza può provocare stomatiti, eczemi, dermatiti, irritabilità, tremori.

VITAMINA B8 
La Vitamina B8 protegge il sistema nervoso e la pelle. Il suo assorbimento viene migliorato dalla presenza delle vitamine B2, B3 e B6, fondamentale per la sintesi della vitamina C, indispensabile per trasformare in energia i carboidrati, per scindere gli acidi grassi e per eliminare i prodotti di scarto dalle trasformazione delle proteine, migliora il funzionamento delle ghiandole sebacee, allevia i dolori muscolari. E’ presente nel latte, nei cereali integrali, nel lievito di birra, nella farina di soia, nella crusca, nei pinoli, nelle noci, nel tuorlo d’uovo, e nelle mele. Una sua carenza si evidenzia con inappetenza, stanchezza, lesioni delle mucose, dolori ai muscoli, dermatite.

VITAMINA B9 
La Vitamina B9 assicura la normale produzione dei globuli rossi regola il ricambio cellulare ed aumenta la resistenza alle malattie. E’ essenziale per la crescita e riproduzione delle cellule, interviene nello sviluppo e funzionamento del sistema nervoso e del midollo osseo. E’ presente nei piselli, nei ceci, negli spinaci, nei broccoli, nei germogli di grano e soia, nel lievito di birra, nei vegetali di colore verde scuro, nei cereali integrali, nel latte e nelle uova. Una sua carenza può provocare stanchezza, inappetenza, alterazione delle mucose.

VITAMINA B12 
La Vitamina B12 è indispensabile per la crescita e lo sviluppo dell’organismo, partecipa alla formazione dei globuli rossi, partecipa al metabolismo ed alle funzioni del sistema nervoso centrale, contribuendo anche ad aumentare la velocità dei riflessi. Entra nei meccanismi di produzione del midollo osseo, aumenta l’energia fisica, con le altre vitamine del gruppo B favorisce l’assimilazione dei grassi, dei carboidrati e delle proteine, trasformandoli in energia. E’ presente nelle uova, nel latte e nei suoi derivati. Assente negli alimenti vegetali. Una sua carenza potrebbe provocare lesioni alla mucosa gastrica e vari disturbi intestinali.

VITAMINA C 
La Vitamina C è antiossidante, protegge le cellule dai radicali liberi, previene le malattie cardiovascolari, collabora alla formazione del sangue ed alla integrità dei vasi capillari, aiuta la cicatrizzazione delle ferite, accresce la resistenza alle malattie infettive e contribuisce al recupero da stanchezza fisica, fortifica le difese immunitarie, abbassa il colesterolo, facilita l’assorbimento del ferro, agisce nel ricambio del calcio, magnesio e zinco, fondamentale per mantenere elastici i tessuti cartilaginei. E’ presente negli agrumi, nei frutti di bosco, negli spinaci, nei cavolini di Bruxelles, nel radicchio, nei cetrioli nei piselli, nelle carote, nelle zucchine, e nelle verdure a foglia verde. Una sua carenza può provocare fragilità dei capillari, dolori alle articolazioni, scarsa resistenza alle infezioni, perdita di appetito e debolezza in generale. Dosaggi elevati possono indurre diarrea, aumento della diuresi, alterazione nell’equilibrio dei minerali.

VITAMINA D
La Vitamina D contribuisce all’assorbimento intestinale del calcio e della vitamina A. Regola i livelli di calcio e fosforo nel sangue. E’ presente nel latte, nel tuorlo d’uovo, nell’olio di fegato di merluzzo. Scarsamente presente nei vegetali. Una sua carenza comporta rachitismo nell’infanzia, debolezza, decalcificazione e osteoporosi. Elevate quantità nell’organismo posso risultare tossiche, o determinare l’espulsione del magnesio, ipercalcemia, astenia muscolare, aritmie cardiache. E’ presente nel tuorlo d’uovo (bollito almeno 15-20 minuti), nelle patate dolci, nei vegetali a foglia scura. E prodotta dall’organismo se esposto alla luce solare diretta.

VITAMINA E
La Vitamina E viene definita anche vitamina antisterilità in quanto agisce sulla secrezione degli ormoni sessuali maschili e femminili, combatte i radicali liberi, promuove la crescita e lo sviluppo, aiuta a guarire le ustioni. In sinergia con la vitamina C protegge la cute dall’azione dei raggi solari UVA e UVB. E’ presente nei egetali a foglia verde, nell’olio d’oliva, nelle germe di grano, nei semi di girasole, nell’avena, nel grano, nelle mandorle, nel pane integrale e nel tuorlo d’uovo. Una sua carenza può essere causa di debolezza muscolare, diminuzione dei riflessi , danni alla retina dell’occhio. Dosaggi elevati possono determinare disturbi intestinali e/o interferisce con l’assorbimento intestinale delle vitamine A, D e K.

VITAMINA K
Il suo ruolo nell’organismo è imputabile alla regolazione dei processi di coagulazione ematica, nel dettaglio contribuisce alla formazione della protrombina, una sostanza che permette la coagulazione del sangue, previene le emorragie, interviene nello sviluppo delle ossa e permette una crescita regolare, partecipa ai processi di carbossilazione a livello renale, del plasma e delle ossa. E’ contenuta negli ortaggi freschi a foglia verde, negli spinaci, nei cereali, nella farina di soia, nelle carote e nella frutta in genere. Dosi minori si trovano latte, yogurt, formaggi fermentati. Viene anche sintetizzata dalla flora batterica intestinale. La carenza può causare emorragie, anche di grave entità e difficoltà nei processi di coagulazione. Quantità elevate possono favorire la coagulazione del sangue e/o risultare tossica per le cellule epatiche.

CALCIO
Il calcio favorisce la formazione delle ossa, contribuisce alla giusta coagulazione del sangue e al funzionamento di tutti i muscoli. E’ presente nel latte, nelle verdure a foglia verde, nei piselli, nelle mandorle, nella cicoria, nelle arance, nei semi di sesamo, nelle noci e nell’acqua. La carenza di calcio può portare alla decalcificazione ossea, determinare il rallentamento della crescita, provocare crampi muscolari ed ipertensione. Un sovradosaggio di vitamina D, può provocare patologie renali come la calcolosi e la nefrocalcinosi.

FERRO 
Il ferro favorisce la formazione dell’emoglobina, la proteina contenuta nei globuli rossi che rifornisce di ossigeno tutte le cellule, partecipa al metabolismo dei carboidrati e alla produzione di anticorpi. E’ contenuto nei semi di girasole nella soia, nei piselli, negli spinaci, nel tuorlo d’uovo e nei vegetali a foglia verde. Una sua carenza può causare stati di anemia, debolezza generale, pallore, palpitazioni. Dosi elevate posso essere causa di lesioni al pancreas e al fegato, di anemia, di debolezza, minor efficienza del sistema immunitario, tachicardia.

MAGNESIO 
Il magnesio è presente nelle noci, nei cereali integrali, nel grano, nelle mele, nei legumi, nelle mandorle, negli alimenti ricchi di fecola, nei vegetali a foglia verde e nella frutta secca. Quantità ridotte si ritrovano nel latte e nelle uova. E’ responsabile della salute delle ossa, mantiene efficiente il cuore e vasi sanguigni, aiuta il funzionamento del sistema nervoso. La sua carenza può causare palpitazioni, irritabilità, astenia, stanchezza, crampi muscolari. Dosi elevate, in particolari situazioni, possono portare a intossicazioni, nausee, vomito e vertigini.

POTASSIO 
Il potassio ha il compito di regolare il contenuto di liquidi nell’organismo, contribuisce al funzionamento dei muscoli e delle cellule nervose. E’ presente nella frutta e nelle verdure fresche, nella frutta secca, nei cereali, nelle mandorle, nelle uova e nel latte. La carenza può dare sintomi di inappetenza, sonnolenza, alterazione del ritmo cardiaco. Dosi elevate provocano pesantezza agli arti, debolezza muscolare, possono provocare anche all’arresto cardiaco.

RAME
Partecipa alla formazione dell’emoglobina. L’assorbimento del rame viene ridotto in presenza di zinco, acido ascorbico, ferro, calcio, proteine, fruttosio e fibre. E’ presente nelle noci, nei fagioli, nelle germe di grano, nel lievito, nei cereali, nel pane integrale, nei legumi e nella frutta secca. La sua carenza provoca, come primo sintomo, uno stato anemico. Il sovraddosaggio produce accumulo nel fegato e conseguente tossicità. Abbassa la quota di zinco presente nell’organismo.

SELENIO 
Il Selenio combatte i radicali liberi assieme alla vitamina C ed E, partecipa alla formazione degli ormoni tiroidei. E’ presente nei semi di sesamo e di girasole, nel latte e nei suoi derivati, nel lievito di birra, nelle germe di grano, nei cereali integrali, nei broccoli, nelle uova, nella frutta e nelle verdure in genere. La carenza comporta debolezza muscolare, danni al pancreas, cardiomiopatie, alterazione dei globuli rossi. L’eccesso è tossico e può determinare dolori all’addome, diarrea, nausea, irritabilità, stanchezza, dermatiti, alopecia.

SODIO 
Il Sodio collabora al metabolismo dei minerali, partecipa alla regolazione dei liquidi. E’ presente nelle uova, negli spinaci, nel latte e nei legumi. Scarsamente presente nella frutta e verdura. La carenza determina inappetenza, apatia, astenia e crampi muscolari. L’eccesso causa ritenzione idrica nei liquidi extracellulari.

ZINCO 
La sua presenza, nell’organismo si rende indispensabile per l’ottimale metabolismo del fosforo, per la digestione dei carboidrati, per la sintesi dell’acido nucleico e per l’assorbimento delle vitamine. E’ importante per la crescita cellulare, essenziale per la sintesi delle proteine, contribuisce a regolare lo sviluppo sessuale. Lo si trova nel latte, nei semi di sesamo e girasole, nel tuorlo d’uovo, nei piselli, nei legumi, nel lievito di birra, nel germe di grano, e nella frutta con guscio in genere. La sua carenza porta a disturbi anche seri a livello metabolico, l’eccesso, invece, provoca anemia, debolezza, nausea, febbre.

ERBE PRATIVE

TARASSACO
Il tarassaco è una pianta erbacea e perenne, di altezza compresa tra i 3-9 cm. Presenta una grossa radice a fittone dalla quale si sviluppa, a livello del suolo, una rosetta basale di foglie munite di gambi corti e sotterranei. Le foglie sono semplici, con margine dentato (da qui il nome di dente di leone) e prive di stipole. Di colore verde intenso, le foglie del tarassaco sono ricche di vitamine e sali minerali. I fiori sono di un bel giallo oro, sono solitari eretti su lunghi steli spesso rossicci. I frutti sono acheni grigiastri, sormontati da un pappo di setole biancastre.

E’ una pianta a carattere infestante, ed in Italia è diffusa su tutto il territorio fino a circa 2000 mt. Sul livello del mare, cresce in genere nei prati, nei frutteti, su terreni incolti e lungo i sentieri.

La pianta ha proprietà diuretiche, depurative, toniche ed immunostimolanti, stimola la secrezione della bile ed è quindi usata per curare le malattie del fegato e nelle malattie reumatiche croniche.

In ornitologia si consiglia di somministrare i capolini quando i semi sono a metà maturazione o al massimo a maturazione appena terminata; sono graditissime anche le foglie, ricche di fibre in grado quindi di agevolare la digestione.

PIANTAGGINE
Pianta erbacea perenne muore ogni inverno e germoglia nuovamente verso la primavera. I gambi portano i fiori ermafroditi riuniti in spighe cilindriche, e ognuno dei fiori diventerà una capsula ovale-oblunga contenente da 10 a 20 semi. I fiori sono lunghi e stetti, in spighe cilindriche, di colore verde, lunghe fino a 20 cm. Quando i semi giungono a maturazione, la capsula si apre in due e i semi cadono a terra. Fiorisce da Marzo a Settembre.

In Italia è molto comune e considerata infestante in tutto il territorio. Vegeta nei prati e negli incolti, negli orti ai bordi delle strade, su terreni umidi e ricchi di nitrati, fino a 1500 m slm.
Ha proprietà Emostatiche, refrigeranti, astringenti, depurative, lenitive, ed emolienti;
Per uso ornitologico si consiglia di accogliere gli steli della pianta quando i semi sono quasi maturi, di un colore bruno violaceo. Favoriscono la muta e regolarizzano le funzioni intestinali.

CENTOCCHIO

Pianta annua, di aspetto erbaceo, a fusti fragili talvolta di colore rossastro e molto ramificati . Presenta radici sottilissime. I piccoli fiori bianchi hanno calice di 5 sepali, si chiudono quando sta per piovere e durante la notte per riaprirsi alla mattina. I frutti sono capsule globose con numerosi semi. Il nome generico è di origine latina e si riferisce all’aspetto stellato dei fiori. Molti nomi comuni fanno riferimento alla sua funzione di mangime per pennuti, che si dimostrano particolarmente avidi dei suoi semi e delle piante giovani.
In Italia è diffusa ovunque, preferisce terreni alcalini, infestante nelle colture , nelle discariche, negli ambienti umidi. Fiorisce praticamente tutto l’anno. Il centocchio è particolarmente ricco di Vitamine B e C, contiene inoltre beta carotene, magnesio, ferro, calcio, potassio, zinco, fosforo, sodio e selenio; Fondamentale durante la preparazione alle cove: è sufficiente una settimana di fornitura continuativa per stimolare l’entrata in estro dei maschi e indurre le femmine alla deposizione. Durante la riproduzione invece stimola l’imbeccata anche nelle femmine più refrattarie e, in virtù delle sue proprietà toniche e diuretiche, favorisce un buon funzionamento dell’apparato intestinale nei pulcini.

PORCELLANA

Pianta annua, di aspetto erbaceo, con fusti cilindrici, cavi internamente, spesso di colore rossastro, molto ramificati, che si estende pogiata sul terreno, può arrivare all’altezza di 20 cm. Le foglie sono lunghe 1-2 cm di colore verde chiaro, carnose e sessili con apice tronco. I fiori piccoli solitari o in gruppi di 2-3 con petali di colore giallo, i fiori si aprono per poche ore durante il mattino, solamente quando c’è il sole. I frutti sono delle capsule contenenti moltissimi semini di colore nero. Questa pianta ha la capacità di far riserva d’acqua nelle foglie.

In Italia è comune un pò ovunque, cresce senza problemi in qualsiasi terreno, la si trova facilmente negli orti vicino le piante di pomodoro, nei campi, nei luoghi incolti fino a 1.700 m. sul livello del mare.

Ha proprietà rinfrescanti, toniche, diuretiche, antiscorbutiche e depurative.
In ornitologia si raccomanda raccogliere la pianta lontano da strade trafficate (precauzione che comunque si raccomanda per qualsiasi erba prativa), somministrare agli uccelli in quantità non eccessiva, attenzione che un eccessivo sovradosaggio può provocare, delle infiltrazioni di rosso nel piumaggio degli uccelli a fattore giallo.
LA SPIRULINA NELL’ALLEVAMENTO DEGLI UCCELLI

La Sprirulina è una microalga monocellulare dal colore verde che vive nel nostro pianeta da più di 3 miliardi e mezzo di anni, oggi è utilizzata sia nell’alimentazione degli uomini che nell’alimentazione animale con funzioni di integratore vitaminico e di antiossidante. Il suo nome “Spirulina” deriva dal fatto che la sua molecola, vista al microscopio, ha una forma a spirale. Le sue caratteristiche organolettiche ne fanno un alimento tra i più completi e bilanciati esistenti in natura. Essa è stata definita dall’ONU la migliore fonte alternativa alimentare del futuro,  tanto da essere utilizzata nelle diete alimentari degli astronauti.

Il popolo degli Aztechi e dei Maya, vissuti centinaia di secoli fa, già conoscevano il grande valore nutritivo e curativo della Spirulina, tanto da definirla “Cibo degli Dei”, in quanto, forniva rapidamente energie, aumentando la capacità di resistenza fisica e psichica.

La sottomissione delle civiltà Azteca e Maya da parte dei popoli stranieri fece si che si disperdesse il loro sapere e conseguentemente si perse anche la conoscenza dei poteri ascrivibili alla spirulina.

Appena 40 anni fa, grazie a numerosi botanici e ricercatori, sia Europei che Americani, gli effetti benefici dovuti alla spirulina sono stati riscoperti e da allora viene coltivata in speciali fattorie acquatiche presenti nelle regioni sub-tropicali presenti in California, Ecuador, Hawaii, Messico, Taiwan, Thailandia, India e Cina.

La Spirulina unisce all’altissimo contenuto proteico (circa il 65%) una eccezionale concentrazione di vitamine, (vitamina B – vitamina D – vitamina E – vitamina K) e di minerali (Calcio – Magnesio – Ferro – Potassio – Zinco – Rame – Manganese – Cromo – Selenio) oltre ad otto Aminoacidi essenziali e Betacarotene. Tra le tante qualità che presenta la Spirulina emerge la sua capacità di potere essere assimilata quasi totalmente dal nostro organismo  (il 75% contro una media del 15% degli integratori di sintesi).

Alcune delle sue primarie funzioni sono:

  • Aumentare e rinforzare il sistema immunitario;
  • Combattere l’anemia e le malattie degenerative croniche;
  • Depurare e disintossicare l’organismo, combattendo l’azione prodotta dai radicali liberi;
  • Aiuta e supporta nella loro funzione gli organi epatici e renali
  • Ideale per integrare, con il giusto supporto organolettico, le diete vegetariane, soprattutto degli uccelli granivori;

Nell’alimentazione degli uccelli non si conoscono le eventuali  azioni che potrebbero essere effettuate dai coloranti presenti nella molecola della Spirulina, soprattutto nei soggetti Lipocromici e pertanto se ne sconsiglia l’uso durante le fasi di muta e/o durante il periodo di colorazione nei soggetti mosaici. Mentre per i soggetti Melaninici, nei Fringillidi indigeni, come ad esempio il Cardinalino del Venezuela, il Cardellino nostrano, etc, l’uso della Spirulina nelle fasi di muta e/o colorazione è addirittura consigliata, avendo riscontrato un miglioramento del piumaggio con colori più nitidi e brillanti.

La Spirulina può essere utilizzata come integratore alimentare per tutti gli uccelli e per tutto il periodo dell’anno fatto salvo quanto appena descritto per i soggetti Lipocromici e/o per soggetti sensibili ad emosiderosi (malattia da accumulo di ferro) quali: Vedove del Paradiso, Tucani, Maine, Lori, etc.) proprio per l’alta quantità di ferro presente nella sua molecola.

La Spirulina può essere utilizzata anche congiuntamente ad altre fonti proteiche di origine animale al fine di aumentare il tasso proteico presenti nei comuni pastoni per l’imbecco e/o utilizzati nella fase riproduttiva.

Per l’uso Ornitologico, la Spirulina è commercializzata in comodi confezioni di diverse grammature secondo le quantità che l’allevatore ritiene necessarie per il suo allevamento. Sulla confezione e/o all’interno di essa sono riportati i dosaggi consigliati, commisurati alle diverse fasi dall’allevamento.

Regimi alimentari e Pigmentazioni del Piumaggio

Autore: Geom. Mario Di Natale – Ornitologo – Giudice Nazionale FOI  per i Canarini di Colore

L’attuale canarino a fattore Rosso (una volta chiamato Canarino Sassone a fattore rosso), è stato ottenuto dall’incrocio tra questo canarino dal pigmento  lipocromico giallo ed il Cardinalino del Venezuela (Spinus cucullatus).

Il Cardinalino del Venezuela possiede un rosso vivo grazie ad un patrimonio genetico  dotato di geni capaci di consentire la metabolizzazione di determinati carotenoidi  che  assunti dall’esterno attraverso l’alimentazione, vengono trasferiti alle cellule epidermiche  (della pelle) e quindi al piumaggio.

Da notare che mentre i pigmenti melaninici (eumelanine e feomelanine) vengono  sintetizzati dal canarino stesso, quelli lipocromici devono essere assunti attraverso l’alimentazione.

Questo incrocio è stato particolarmente fortunato, perché la  prole di prima generazione, di sesso  maschile,(gli F1), manifesta una fertilità del 25% circa.

Dagli F1, con accoppiamenti di ritorno verso il canarino, si è passati all’ R1 (con una  buona fertilità), da questo, all’ R2 che è gia ormai un canarino con una buona dose di geni  per il rosso provenienti dal Cardinalino. La caratteristica di questi geni per il pigmento  rosso è quella di avere un’azione multipla, quantitativa (geni polimeri) cosicché più  numerosi sono nel patrimonio genetico del canarino, più concentrata è la colorazione delle  piume in rosso. In genetica il comportamento di questi geni, come tanti altri, viene chiamato ad “eredità multipla” e non mendelliana. E per aumentare, nel canarino, questa  quantità di geni trasmessi dal Cardinalino, si è proceduto nel  passato ad accoppiare  canarini della terza, quarta generazione, discendenti da questo incrocio, ancora con il  cardinalino, ripetendo questo procedimento diverse volte. Così facendo però se da un lato trasferiamo parecchi geni per il fattore rosso, dal Cardinalino al Canarino, dall’altro lato ci portiamo dietro altri caratteri tipici del cardinalino ed in particolare i pigmenti melaninici, che nei Lipocromici, provocano le pezzature che dobbiamo eliminare con un’accurata selezione e nei melaninici sono di disturbo al disegno  dei canarini. E’ conveniente a questo punto selezionare il fattore rosso in un buon ceppo di canarini con un buon patrimonio genetico per il rosso, senza necessariamente ricorrere  spesso al cardinalino o all’F1;precisamente per i lipocromici eliminando i soggetti con eventuali pezzature e trattenendo quelli con un rosso molto concentrato. Per  i melaninici eliminando i soggetti che a secondo del tipo (Nero,Bruno,Agata,Isabella) presentano ancora un disegno direi inquinato dall’influenza del cardinalino e trattenendo come per i lipocromici quelli con una buona concentrazione di lipocromo. In questa selezione a favore del lipocromo rosso siamo agevolati dal fatto che ci troviamo, come già detto, di fronte a geni ad  eredità multipla e non mendelliana. In questo modo, grazie alla suddetta proprietà, operando in un ceppo con un buon patrimonio genetico per il rosso, abbiamo la possibilità di mantenerci nella media della qualità genetica del ceppo, con la possibilità di aumentare anche il corredo dei geni per il rosso, se si ha però l’accortezza di eliminare in fase di selezione i soggetti più scadenti dal punto di vista di concentrazione di pigmento rosso. Se in questo procedimento selettivo agiamo bene, i risultati saranno buoni e diventeranno migliori se attraverso l’alimentazione sapremo fornire al canarino che possiede queste caratteristiche acquisite, alimenti non solo di carotenoidi (come detto i  pigmenti lipocromici debbono provenire dall’esterno con gli alimenti), ma anche di quegli alimenti che consentano un ottimo funzionamento del metabolismo intestinale e quindi un ottimo assorbimento dei caroteni. E metabolismo ed assorbimento funzioneranno nel modo migliore quando la cosi detta “flora intestinale” è vegeta e mantenuta più attiva attraverso  l’assorbimento di alcune sostanze dette “Probiotici”. Probiotico significa  “per la vita”. Lievito di birra vivo (attivo) e fermenti lattici costituiscono, somministrati contemporaneamente, due probiotici di antico impiego, prescritti da nutrizionisti e medici soprattutto a seguito di terapie a base di antibiotici.

Una flora batterica perfettamente funzionante, consente una migliore utilizzazione degli  alimenti in genere e nel nostro caso anche dei caroteni assunti attraverso l’alimentazione. E ancora una flora batterica intestinale svolge anche una funzione di prevenzione e cioè di difesa contro quei geni patogeni che invadendo l’apparato digerente,trovano in essa il primo ostacolo prima di diffondersi. Parecchi nutrizionisti sostengono che essa contribuisce a migliorare il sistema immunitario di ogni specie di animale.

Come si è detto i carotenoidi si trovano in diversi tipi di alimenti su diversi dei quali, in passato, si è ricorso per potenziare il rosso dei nostri canarini. Tanto per fare un esempio riporto alcuni di essi:

Tuorlo d’uovo 100/200 microgrammi

per 100 grammi

Mais 250                  “

Succo d’arancia 1.200               “

Albicocche 300                  “

Cicoria 1.600               “

Pomodoro 2.000               “

Prezzemolo 4.000               “

Spinaci e Carote 5.000               “

Pepe di caienna 8.000               “

Farina di erba medica 20.000             “

Un po’ di storia.

La colorazione dei canarini iniziò quando si ottennero i primi canarini a fattore rosso (agli inizi del secolo scorso), ad integrare i pastoncini con il pepe di caienna (il comune peperoncino rosso); lo si mescolava tritato con poco pastoncino e si offriva la sera per essere consumato al mattino al risveglio, quando i canarini dopo una nottata di digiuno sentivano la necessità di alimentarsi. Il Pepe di caienna, diciamolo pure, rendeva poco gustoso il pastoncino. Contemporaneamente si impiegava molta carota grattugiata e miscelata al pastoncino, oppure frullata e passata al torchio (spremuta) si utilizzava la parte liquida che ne veniva fuori e che si somministrava al posto dell’acqua da bere per una mezza giornata. Ma la carota tritata o spremuta presenta l’inconveniente che irrancidisce nel mese estivo in poche ore creando seri problemi di natura digestiva.

Si fece ricorso anche alla farina di mais della varietà “Plata” più ricca di carotene. Questo cereale viene usato anche attualmente nei pastoncini ma come alimento di buon valore nutritivo. E ancora la farina di erba medica disidratata che presenta però difficoltà nella digestione dei canarini perché molto ricca di fibra grezza ed i canarini mal digeriscono questa fibra. Tutto sommato questi integratori non apportavano una consistente colorazione al piumaggio. E prima di arrivare agli attuali integratori ricchi di carotenoidi, vi furono alcuni esperti ornitologi che ci hanno offerto dei preparati che in un certo qual modo esaltavano il colore rosso dei canarini a  fattore rosso. L’ornitologo, dott. Livio Susmel di Firenze, verso gli anni 70, mise in commercio il  “pastoncino alla cocciniglia”, ma non  dava risultati apprezzabili. Ed ancora un Giudice di Canarini di Colore, il noto dott. Rocco Catalano di Bondeno (ma calabrese di nascita), preparò e mise in  commercio il famoso “Rosso Vital” che già cominciava a fare esaltare il pigmento rosso dei canarini; non si conoscevano esattamente quali erano gli ingredienti; allora la legge in materia non obbligava l’indicazione né degli in gradienti  ne dei valori nutritivi sulle confezioni dei mangimi zootecnici. Si sapeva che questo pastoncino conteneva una bacca, una drupa, farine vegetali e dei pigmentanti (forse cantaxantina).

In commercio, quasi contemporaneamente,  comparve il “Rubired” un pigmentante a fattore rosso e il “Necareco” dalle stesse caratteristiche, entrambi in sospensione oleosa che già dettero dei buoni risultati, non certamente ottimi come quelli dati dai prodotti attualmente impiegati e cioè: Beta Carotene, Carofill Rosso, Cantaxantina, prodotti dalla Roche-Istituto delle Vitamine di Segrate Milano.

Hanno una buona concentrazione di sostanza pigmentante. Ad esempio il prodotto presentato sotto il nome di Cantaxantina contiene per ogni 100 grammi dieci grammi di cantaxantina pura. Il Carofill ha una percentuale un po’ inferiore, pure di cantaxantina, sempre ottimo per una buona pigmentazione.

Una bella differenza tra questa  concentrazione di  sostanze pigmentanti e quella degli alimenti sopra descritti dove per 100 grammi di prodotto, facciamo attenzione, non abbiamo grammi, ma microgrammi di caroteni ed un microgrammo è un millesimo di milligrammo ed un milionesimo di grammo.

I TRE  CARDINI PER LA COLORAZIONE OTTIMALE DEI NOSTRI SOGGETTI

 Il fattore Q

Quali prodotti utilizzare – Il BETA CAROTENE, impiegato da solo dà una discreta colorazione ma tendente all’arancio e non  al rosso ossidato oggi richiesto.

– Il CAROFILL ROSSO che contiene Cantaxantina. Impiegato da solo o con l’aggiunta di Cantaxantina nel rapporto di 4 a 1 o 4 a 2, esalta il rosso in modo ottimale.

– La CANTAXANTINA; se impiegata da sola tende a far assumere al canarino un colore rosso del tendente alla tonalità violacea.

Quantità da utilizzare  – La dose da impiegare va dai 6 ai 8 grammi per kg di pastone.

Il Beta Carotene, oggi, è ormai inutilizzato dagli allevatori, data la superiore efficacia del Carofill rosso e della Cantaxantina.

Per chi non colora da nido, questi prodotti devono essere somministrati dall’inizio della muta, e comunque per i novelli a partire dal 40°/50° giorno dalla nascita, fino al suo completamento. Secondo le direttive della C.O.M. i canarini lipocromici, nelle varietà intensi e brinati, devono possedere anche le timoniere e le remiganti colorate, quindi sapendo che i novelli nella prima muta non cambiano le  timoniere e le remiganti per fari si che queste siano di colore rosso, la colorazione viene fatta fin dal nido, somministrando ai genitori per lo svezzamento della prole, il pastoncino con l’aggiunta dei prodotti pigmentanti di cui sopra.

Questo tecnica in particolare, la si usa per quei soggetti con i quali  si intende partecipare alle manifestazioni e/o a campionati a carattere Internazionale. Qualche allevatore, volendo strafare, ha pensato di alimentare, con pastoncini già integrati con i suddetti prodotti pigmentanti i canarini destinati alla riproduzione, fin dal momento in cui si formano le coppie e quindi prima della deposizione delle uova.

Anni di esperienza hanno evidenziato che per ottenere una colorazione ottimale il rapporto tra Carofill e Cantaxantina è, per i soggetti lipocromici, è di 4 a 1 e per i soggetti melaninici, di 4 a 2. Per una miscelazione omogenea con il pastoncino normalmente utilizzato, è buona norma preparare una “premiscela” da amalgamare, nella giornata di utilizzo, se si usano pastoncini morbidi e, ad una quantità che si consuma in una settimana circa, se si usano pastoncini secchi. I motivi sono  evidenti: I carotenoidi a contatto con elementi che contengono un tasso di umidità anche minima, perdono la loro piena efficacia.

La Formula che uso per un Kg. di Pastoncino:

  • 100 grammi di mollica di pane tostato  o di zucchero;
  • 7 – 8 grammi di prodotto pigmentante dosato come sopra (4 a 1 o 4 a 2) e miscelare bene.

Volendolo integrare giornalmente al pastoncino: aggiungo, due cucchiaini da Caffè (gr. 10) di questa miscela per ogni 100  grammi di pastoncino e, poiché ritengo necessario integrare il pastoncino con i probiotici, nella  premiacela di cui sopra, in ogni 100 grammi aggiungo 2 bustine di lievito di birra e 2 bustine di fermenti lattici (da acquistare in farmacia) oppure, 2 capsule sempre contenenti fermenti lattici.

Questa dose e questo sistema di somministrazione la utilizzo anche quando  non utilizzo più i carotenoidi pigmentanti.

Quale – Regime alimentare adottare nella fase della pigmentazione del piumaggio e/o in fase di Muta.

Semi e Pastoni: Nel periodo della muta potrebbe andare bene una miscela di semi composta da circa l’80% di scagliola e del 20% di semi come niger, lino, ravizzone, canapa, ecc. Per il pastone utilizzo quelli che contengono almeno il 16% di proteine. Il canarino durante la muta e causa del ricambio delle piume necessita di un buon apporto di aminoacidi essenziali e quindi di una buona percentuale di proteine.

In questo periodo utilizzo e aggiungo anche l’uovo sodo che miscelo al pastone nella dose di un uovo ogni 100-200 gr. di pastone (un uovo da 60gr. contiene circa 8 grammi di proteine).

in 100gr. di pastone, un uovo apporta, circa 8gr. di proteine quindi incide per l’8%. In 200gr. di pastone, ne apporta circa 4gr., quindi incide per il 4%. Un pastone che ha un tenore proteico del 12%, aggiungendoci un uovo ogni 100/200gr., eleviamo il suo tenore proteico al 16%-20%.

L’uovo, come da tutti riconosciuto, per il suo alto valore biologico è considerato l’elemento più nutritivo dal punto di vista proteico, in quanto contiene tutti gli aminoacidi essenziali e soprattutto contiene Metionina e Lisina, oltre a vitamine e sali minerali, insomma è l’alimento naturale più completo.

Autore: Geom. Mario Di Natale – Ornitologo – Giudice Nazionale FOI  per i Canarini di Colore

Alimentazione dei canarini a fattore rosso

Nell’allevamento dei canarini,  oltre a dover fare un’attenta selezione degli esemplari, dobbiamo anche prestare molta cura alla loro alimentazione.

Il canarino a fattore rosso, durante il periodo della muta, per riuscire a manifestare tutto il suo caratteristico piumaggio, ha bisogno  di assumere una giusta quantità di  caroteni.

La capacità dei canarini a fattore rosso di trasformare i caroteni in pigmento rosso è stata ereditata dal Cardinalino del Venezuela.

Sono conosciuti due sistemi naturali per far assimilare i caroteni ai canarini, il primo metodo è usato specialmente in Belgio e consiste nel somministrare durante il periodo di muta spinaci e cavoli ai volatili; il secondo metodo, sicuramente più efficace del primo, viene usato principalmente in Olanda e consiste nel somministrare, sempre durante il periodo della muta, delle carote grattugiate. La somministrazione potrà avere maggiore effetto se verrà somministrato del succo di carota al posto dell’acqua, dalla caduta delle prime piume fino alla fine della muta.

Durante la somministrazione del succo di carota dobbiamo stare molto attenti alla precipitazione che si ha quando il succo si  inacidisce, in tal caso si deve provvedere all’immediato sostituzione del succo.

Durante il periodo di trattamento a base di carota è consigliabile non somministrare verdure perché queste, agendo da lassativo, diminuirebbero l’assorbimento di carotene.

Il succo di carota oltre ad essere un metodo naturale per l’assunzione dei caroteni è un’ottima bevanda, pura, che influisce positivamente sullo stato di salute degli esemplari, al contrario dell’acqua che spesso è veicolo di batteri e infezioni intestinali.

Un metodo alternativo a quelli precedentemente illustrati (specialmente per chi ha poco tempo da dedicare al trattamento) potrebbe essere quello di somministrare mischiato al pastoncino, del “necareco”. Questo procedimento, unito alla mancata somministrazione di verdure porterà ugualmente buoni risultati.

I caroteni non livellano il colore rosso del canarino ma lo esaltano a seconda della quantità di fattore ereditata dal Cardinalino del Venezuela da cui discendono; i migliori soggetti, privati dei caroteni, assumono una colorazione avorio.

Oltre a questi “coloranti” naturali, si trovano in commercio anche coloranti sintetici, da  usare comunque con grande attenzione, seguendo scrupolosamente le indicazioni riportate sulle relative confezioni. Alcuni dei coloranti sintetici che si possono trovare in commercio sono il rubired, il betacarotene, cantaxantina e carofill rosso (esiste anche il carofill giallo, ovviamente serve per intensificare il colore giallo); ognuno di questi coloranti va somministrato mescolato col pastoncino, durante tutto il periodo della muta. Per i novelli, a circa 40 giorni dalla nascita.

Da tenere presente però che l’uso eccessivo di coloranti sintetici può essere dannoso per la salute dei volatili, sintomo di eccessivo uso di colorante può essere la colorazione rossa delle feci, inutile dire che in tal caso le dosi vanno immediatamente ridotte. In commercio, per usi amatoriali si possono trovare anche biscotti o pastoncini già trattati appositamente con l’aggiunta di coloranti, ma personalmente tendo a preferire i coloranti naturali che sicuramente non provocano effetti collaterali, ma come il succo di carota, portano notevoli benefici alla salute dei canarini.

IL GRIT – nuovi studi e ricerche

Autore: Dott. Gino Conzo – Medico Veterinario Club Italiano Allevatori Agapornis 

Il grit è un elemento tradizionalmente considerato indispensabile nel corretto mantenimento degli uccelli da gabbia ed ampiamente consigliato da molti allevatori, rivenditori e libri divulgativi. Con l’avanzamento delle nozioni nel campo della fisiologia,alimentazione e patologia degli uccelli  domestici, psittacidi in particolare, sono stati avanzati seri dubbi sulla reale necessità che hanno gli uccelli di ingerire particelle di grit. Proviamo, quindi, ad esaminare i motivi che inducono ad utilizzare il grit, unitamente a quelli che ne sconsigliano l’impiego.

Che cos’è il grit e perché viene generalmente utilizzato. Di fondo bisogna considerare che vi sono due tipi differenti di grit: quello insolubile e quello solubile.

Il grit insolubile è costituito da piccole particelle di silicati, non viene digerito dal sistema gastroenterico degli uccelli, permanendo, quindi, nell’organismo fino a che non viene eliminato con le feci. Molto spesso permane all’interno dello stomaco per tutta la vita del volatile. Data la particolare consistenza svolge la funzione di “macina” nel ventricolo degli uccelli, supportando l’opera della muscolatura gastrica e contribuendo significativamente alla digestione di alimenti grossolani altrimenti non digeribili. In particolare lo stomaco degli uccelli, in assenza di grit, non avrebbe  la possibilità di aggredire i semi interi in quanto il guscio impedirebbe ai succhi gastrici di accedere alla parte edibile del seme stesso. L’azione di macinatura delle particelle silicee di grit insolubile presenti nello stomaco contribuisce, appunto, allo sfaldamento del guscio (già ammorbidito dopo il transito nel gozzo) permettendo agli enzimi gastrici di penetrare e digerire il seme. Questo è quanto avviene nel sistema digerente di quegli uccelli granivori che sono soliti ingerire semi interi, senza sbucciarli preventivamente (colombi, tortore, polli, ecc…). Sperimentalmente è stato evidenziato che la  capacità digestiva dei semi in polli a cui veniva offerto del grit era del 10% superiore a quella di polli deprivati di grit. Tali risultati non sono stati mai dimostrati negli uccelli da  gabbia.Il grit solubile, invece, è costituito essenzialmente da carbonato di calcio (ottenuto, generalmente, da gusci d’ostrica triturati) per cui può essere digerito dall’apparato digerente degli uccelli. Il grit solubile viene utilizzato soprattutto quale apportatore di calcio per l’organismo, ma ha limitata azione di macinatura nello stomaco.

Spesso a questo tipo di grit  viene associato, in composizioni presenti in commercio, del carbone attivo vegetale (carbon-grit) allo scopo di adsorbire eventuali sostanze tossiche presenti nell’intestino degli uccelli. I nostri pappagalli necessitano di grit? E’ questa la domanda fondamentale da porsi.

I pappagalli in cattività usano sbucciare i semi, grazie al becco che permette loro che questa operazione venga svolta con la massima accuratezza. Anche pappagalli di grande taglia sono, infatti, in grado si sbucciare con gran cura tanto un grosso seme di girasole quanto un piccolo seme di miglio. Il seme, quindi, viene ingerito completamente privato del guscio, ammorbidito nel gozzo ed è, dunque, perfettamente aggredibile dai succhi gastrici. Nei pappagalli, quindi, la funzione di macinatura, svolta dal grit insolubile nello stomaco, non è necessaria ai fini della digestione. O, almeno, questo è ciò che si verifica nei pappagalli in buona salute, per i quali esistono dati di soggetti vissuti in perfetta forma

sebbene privati del grit per oltre 20 anni (Avian Medicine: Principles and Application. Ritchie, Harrison & Harrison, 1994).  Nei pappagalli con insufficienza pancreatica od altre difficoltà digestive sembra, invece, che l’assunzione di piccole quantità di grit possa giovare alle funzioni digerenti in quanto la funzione meccanica di macinatura compenserebbe, almeno in parte, il deficit enzimatico.

E’ consigliabile, tuttavia, che in questi casi sia il veterinario a decidere il trattamento più opportuno, piuttosto che ricorrere autonomamente alla somministrazione di grit. Discorso diverso merita il grit solubile, in quanto, come detto, viene utilizzato come fonte di calcio per un organismo che, se alimentato con dieta basata sui semi (ricca in fosforo), presenta fatalmente un equilibrio calcio/fosforo sbilanciato in favore di quest’ultimo, richiedendo un integrazione alimentare di calcio. Tale scompenso può, tuttavia, essere corretto più semplicemente somministrando al pappagallo una dieta bilanciata od un integratore alimentare apposito.

Possibili problemi causati dal grit.

Il pappagallo in cattività può essere indotto, per noia, per problemi comportamentali o semplicemente per gioco, ad ingerire grandi quantità di grit nel caso in cui possa avere libero accesso ad esso. Le particelle di grit, in questi casi, andranno a depositarsi nel gozzo, nel proventricolo e quindi nel ventricolo, causandone progressivamente la distensione. In queste condizioni lo stomaco costipato non è più in grado di svolgere i propri movimenti e le funzioni digestive vengono ad essere interrotte, causando la morte del volatile. Questi casi sono stati osservati con una certa frequenza negli USA, ma stanno divenendo comuni anche in Europa. E’ da ricordare che questi fenomeni di costipazione possono avvenire non solo in seguito all’assunzione di grit insolubile (non digeribile), ma anche per ingestione di quantità elevate di grit solubile.

Allo stesso modo bisogna pensare che i casi di costipazione gastrica possono essere conseguenti anche all’ingestione di qualsiasi altro corpo estraneo (pezzetti di plastica, polistirolo, metallo, ecc..), come dimostrano i non rari rilievi di tali oggetti nello stomaco dei pappagalli.

Il carbone attivo presente in alcuni prodotti, inoltre, inibisce l’assorbimento di A, B2 e K, potendo causare uno stato carenziali che va ad aggravare le condizioni di carenza in cui si trovano molti pappagalli alimentati con diete a  base di semi. Tali effetti collaterali sono decisamente più importanti di eventuali benefici apportati dal carbone attivo, il cui impiego può essere considerato in caso di effettiva necessità.

Conclusioni.

Per i motivi sopra evidenziati vi è la tendenza a sconsigliare l’impiego di grit nei pappagalli anche in considerazione che essi non ne hanno bisogno per le funzioni digestive e che il supplemento di calcio può essere ottenuto con mezzi più sicuri ed efficaci. Di questa opinione è la maggior parte dei veterinari aviari tanto che già negli anni 80 è stato presentato un pannello, all’annuale conferenza della AAV, sconsigliante l’impiego del grit. Questo non vuol dire, ovviamente, che  il grit debba necessariamente causare problemi ai pappagalli, in particolare se viene fornito grit solubile in limitate quantità. Tuttavia, non essendo mai stato scientificamente provato che si tratti di un elemento indispensabile all’organismo, ma  al contrario sono stati documentati vari  casi di costipazione gastrica causata dal grit (Avian Medicine: Principles and Application. Ritchie, Harrison & Harrison, 1994) è consigliabile che esso non venga somministrato ai pappagalli, ricorrendo ad altri metodi più sicuri per integrare il calcio nella dieta.

Come sempre la dieta dei pappagalli è un  elemento cruciale per il loro corretto mantenimento in cattività ed il frequente riferimento all’alimentazione, al comportamento ed alle condizioni dei pappagalli allo stato selvatico non è applicabile, per ovvi motivi, ai pappagalli in cattività. Allo stato captivo, inoltre, viene a perdersi spesso anche la capacità di autoregolazione del pappagallo nei confronti dei propri fabbisogni alimentari e nella capacità di distinguere ciò che è tossico da ciò che non è commestibile. L’affidarsi alla presunta abilità dei pappagalli  nel distinguere ciò che è meglio per il loro fabbisogno causa  spesso brutte sorprese nei proprietari.

Dott. Gino Conzo – Medico Veterinario Club Italiano Allevatori Agapornis

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